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La nuova struttura Soil-Foundation-Structure Interaction (SoFSI), per osservare come gli edifici e le infrastrutture interagiscono con il terreno quando soggetti a carichi dinamici, ha aperto i battenti.
Il SoFSI consente ai ricercatori di studiare come interagiscono le fondazioni, il carico dinamico e il suolo.
In questo modo la struttura mira ad aiutare i ricercatori a identificare metodi di costruzione più efficienti e a migliorare la sicurezza delle infrastrutture future.
Mira inoltre a ridurre i costi economici e di carbonio di progetti infrastrutturali di alto valore come l’Alta Velocità 2, i ponti e i parchi eolici offshore.
L'Università di Bristol ha ricevuto 12 milioni di sterline dal Consiglio di ricerca in ingegneria e scienze fisiche (EPSRC) per la costruzione della struttura SoFSI nel suo campus di Langford.
SoFSI consentirà esperimenti su larga scala, prossimi al prototipo, utilizzabili sia dal mondo accademico che dall'industria.
Il suo laboratorio ospita una fossa nel terreno profonda 4 metri per testare le fondazioni, una tavola vibrante biassiale da 50 tonnellate per prove dinamiche delle strutture e una tavola vibrante a sei assi più piccola e ad alte prestazioni.
Il laboratorio è stato progettato per la ricerca in cinque aree principali: interazione suolo-struttura delle centrali nucleari, ferrovia ad alta velocità, turbine eoliche offshore, monopali e gruppi di pali e ponti integrali.
Anastasios Sexos, professore di ingegneria sismica dell’Università di Bristol, ha dichiarato: “Lo scopo di questa struttura di prova è quello di informare la progettazione che non sia solo più sicura ma anche economicamente efficiente. Indagare su come gli edifici e le infrastrutture interagiscono con il suolo in presenza di rischi naturali e causati dall’uomo ci consente di migliorare l’intelligenza e la resilienza delle nostre infrastrutture con un costo finanziario inferiore e un impatto ambientale ridotto”.
Flavia De Luca, docente di ingegneria strutturale e sismica dell’Università di Bristol, ha dichiarato: “SoFSI è stato progettato per aiutarci a capire, tra le altre questioni, come la portata dei ponti integrali a basso costo e con manutenzione minima può essere estesa in modo che le nuove linee ferroviarie ad alta velocità sarebbe più veloce da costruire, più economico da mantenere, più resistente ai cambiamenti climatici e ci consentirebbe di ridurre al minimo il fabbisogno di risorse”.
Il SoFSI fa parte della prima fase della rete UK Collaboratorium for Research on Infrastructure and Cities (UKCRIC) di 13 università che forniscono 10 laboratori nazionali che cercano di sostenere il rinnovamento, il sostegno e il miglioramento delle infrastrutture e delle città nel Regno Unito e altrove.
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Tamigi Menteth